Come riconoscere il bullismo e stanare i bulli
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- Categoria: Bullismo e Cyber-Bullying
- Pubblicato: Giovedì, 21 Novembre 2013 00:39
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Per gestire il bulllismo serve prima conoscerlo. Qualifichiamolo meglio allora.
Quali sono i tratti ovvero le caratteristiche comuni nel bullismo?
Generalizzando, sono cinque i fattori chiave del bullismo:
1) può trattarsi di un singolo atto come di un insieme di atti e comportamenti deliberatamente crudeli e aggressivi finalizzati a fare del male o a danneggiare;
2) tali atti e comportamenti sono reiterati nel tempo, quindi le condotte persecutorie da parte del bullo sulla vittima sono persistenti;
3) per le vittime è difficile difendersi, il che spiega perché la scelta delle vittime ricada proprio su quei soggetti ritenuti dal bullo incapaci di difendersi;
4) il bullo non cambierà mai atteggiamento, quindi la dinamica persecutoria è continuativa e inarrestabile;
5) il bullo esercita un abuso di potere sulla vittima, ovvero alla base del suo comportamento c'è il desiderio di intimidire e sottomettere la vittima. Il rapporto bullo-vittima non è paritetico ma sbilanciato e asimmetrico sia nella relazione che in termini di forza.
Tra le definizioni del fenomeno sono degne di menzione sicuramente quelle di alcuni studiosi anche a livello internazionale* che hanno provato a meglio tipizzare le condotte persecutorie Zanetti (2007), A. Fonzi (19971), S. Sharp e P.K. Smith 1999 in A. Filippi,2007.
Con quali modalità si manifesta il bullismo?
Il bullismo può avere tre differenti manifestazioni, in molti casi anche plurime, cioé simultaneamente (Olweus 2007):
1) fisica: attraverso percosse, pugni, attacchi fisici, etc.;
2) verbale: attraverso offese, ingiurie, insulti, etc.;
3) indiretta/psicologica: attraverso perversi meccanismi di esclusione e di progressivo isolamento della vittima o persistenti condotte persecutorie atte a minare la sicurezza e la stima di sè della vittima, come la maldicenza, e ad alimentare invece la soggezione e la paura.
Tutte le forme e le tipologie di bullismo sono estremamente dannose e possono avere effetti permanenti e drammatici sulla vittima come anche sui bystander.
* Zanetti (2007), A. Fonzi (1997), S. Sharp e P.K. Smith 1999 in A. Filippi,2007. Olweus 2007, Menesini, 2003, Arora, 1996; Hazler, 1996, in A. Filippi, 2007.
** Stephenson, P. and Smith, D. 1989 Bullying in the junior school attum, D. and Lane, D. (eds) Bullying in schools. Stoke-on-Trent:Trentham Books